top of page

Aumentano le startup e le PMI innovative, crescono la loro necessità di attività di Affari Istituzio


Il 2017 è stato un altro anno di grande crescita per nuove startup e sviluppo di PMI innovative, come riportato dalla Relazione Annuale 2017 presentata al Parlamento lo scorso 19 dicembre 2017 dalla Direzione Generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese del Ministero dello Sviluppo Economico.

Ed i numeri sono impressionanti.

Al 18 dicembre 2017 le startup innovative erano oltre 8.000 (8.315 per la precisione), con un incremento del 74% in due anni (erano 5.145 nel dicembre 2015). Il numero di PMI innovative è quasi triplicato negli ultimi 12 mesi, passando da 204 a 565. Quasi il 40% delle imprese attualmente iscritte come PMI innovativa è una ex-startup innovativa, denotando quindi un forte tasso di crescita che è confermato anche da un tasso di sopravvivenza molto elevato: al dicembre 2017 soltanto il 6% delle startup innovative costituite nel 2014 e il 10% di quelle iscritte prima del 2013 ha cessato la propria attività;

Altri tre dati interessanti per capire la dimensione e la tipologia del fenomeno startup e PMI innovative.

Nel 2016 le startup e le PMI innovative hanno espresso complessivamente un fatturato superiore ai 2 miliardi di euro. La regione dove sono presenti il maggior numero di startup innovative è la Lombardia (23,3%) seguita da Emilia-Romagna (10,4%) e Lazio (9,7%), ed in particolare Milano conta circa il 14,5% di tutte le startup italiane, Roma ne conta circa 7,9%.

Il 40% del capitale sociale delle startup innovative e quasi il 60% di quello delle PMI innovative è detenuto da persone giuridiche (altre imprese, fondi d’investimento, università…), quindi è abbastanza chiaro che le imprese investono capitali in altre PMI innovative quando vedono prospettive di mercato.

Startup e PMI innovative, stanno sempre più facendo leva sul modello di equity crowdfunding per capitalizzarsi, fenomeno in forte crescita negli ultimi 12 mesi (+250%) e con un tasso di successo di oltre il 60% come, si vede nel grafico di seguito.

Startup e PMI innovative di maggior rilevanza potranno cogliere una ulteriore opportunità di crescita nei prossimi anni, attraverso le agevolazioni fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 per favorire la loro quotazione in borsa al mercato AIM, il listino delle piccole imprese.

Cresce la necessità di attività di Affari Istituzionali e Regolamentari.

Negli ultimi anni l’esplosione delle tecnologie digitali accoppiate con la diffusione di internet ad alta velocità anche in mobilità ha catalizzato la nascita e la crescita di imprese che fanno dell’innovazione tecnologica e della cosiddetta Digital Transformation il loro vantaggio competitivo nel posizionamento di mercato.

Questo processo sarà accelerato nei prossimi anni dall’avvento e dalla diffusione di nuove tecnologie digitali, come le tecnologie mobile 5G che abiliteranno la diffusione massiva dell’Internet of Things o le tecnologie di Artificial Intelligence che potenzieranno l’utilizzo dei Big Data o le tecnologie di blockchains che favoriranno la nascita di nuovi modelli commerciali. Solo per citarne alcune.

Le innovazioni radicali, cosiddette disruptive, usualmente portano significativi benefici agli utenti finali e spesso si basano su nuovi modelli di business che richiedono nuove regole di mercato.

In questo scenario, senza un adeguato consenso degli stakeholders su nuove regole di mercato difficilmente gli innovatori potranno aver successo. Diventano quindi strategiche attività di Advocacy e Public Affairs, nell’ingaggiare gli stakeholders rilevanti e nel promuovere una rapida evoluzione del contesto di mercato, al fine di creare l’ambiente adatto allo sviluppo di business innovativi ma anche l’attrazione di investitori.

Questa evoluzione è già stata evidenziata e analizzata negli USA, dove la business community dell’innovazione, delle startup e dei Venture Capitalist ha dimensioni e dinamismo senza paragoni con il contesto Europeo.

Cecilia Kang sul New York Time mette in evidenza già nel Novembre 2015 nel suo articolo “Start-up leaders embrace lobbying as part of the job” come <<It is a sharp shift from past generations of tech companies, whose founders almost made it a point of pride to be distanced from, or above, politics and politicians. The antitrust troubles and headaches encountered by the older companies, including Microsoft and Google, play some role in the new thinking. The real change, came after Uber and Airbnb started facing a barrage of questions about their operations. For these new companies, the scale of innovation is so big and impactful they necessitate interacting with policy makers and regulators.>> https://www.nytimes.com/2015/11/23/technology/start-up-leaders-embrace-lobbying-as-part-of-the-job.html

Un’analisi più approfondita è stata fatta dalla professoressa Elizabeth Pollman, esperta di business law e startup della Loyola Law School di Los Angeles, nel suo lavoro “The Rise of Regulatory Affairs in Innovative Startups” che sarà pubblicato in THE HANDBOOK OF LAW AND ENTREPRENEURSHIP IN THE UNITED STATES, Cambridge University Press 2018, sottolinea come questo mutamento sia dovuto a una serie di fattori, in primis le startup del ventunesimo secolo non si limitano solo a fornire servizi sul web, come poteva esserlo Google durante gli anni '90, ma iniziano ad indirizzarsi con nuovi modelli di business verso in settori consolidati di servizi, come nel caso dei servizi mobilità urbana di Uber o dei servizi di ospitalità di Airbnb, che fin dalla loro nascita si sono dovute confrontare con realtà produttive già esistenti e fortemente regolamentate. A questo si aggiunge un altro fattore chiave, come la nuova consapevolezza dei leader dell’industria tecnologica americana dell’importanza del posizionamento istituzionale e sociale delle solo imprese e dei loro servizi. https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2880818

Le imprese innovative e le startup tecnologiche che vogliono proporre nuove soluzioni e modelli di business in settori regolamentati devono considerare parte fondamentale del loro business plan le attività di affari istituzionali e regolamentari al fine dell’evoluzione delle normative a beneficio del loro sviluppo di mercato.

Per concludere quindi va sottolineato come la creazione di un ecosistema normativo-regolatorio favorevole diventi una priorità assoluta in una fase successiva dello sviluppo imprenditoriale, al momento dell'inevitabile confronto con i legislatori nazionali e comunitari.

------------

Post recenti
bottom of page